Accostare a una parola un altro termine può fare la differenza e cambiarne in parte il senso: è il caso del biologo nutrizionista, figura che nella società odierna sta incontrando sempre più consenso, ponendosi come un vero e proprio punto di riferimento per i cittadini che vogliono migliorare il loro stato di salute e di benessere, oppure trovare una dieta giusta a contrastare alcune patologie già in trattamento terapeutico o farmacologico.
Il vocabolo “biologo” suggerisce che si tratta di un professionista laureato in Biologia, Biotecnologie o Scienze della nutrizione umana. Il campo in cui agisce però è quello della nutrizione: le competenze sviluppate lungo il suo percorso di studi infatti gli consentono di creare percorsi personalizzati per migliorare il benessere delle persone, in particolare lo stato di salute, arrivando a raggiungere un’armonia con il cibo e con il proprio corpo in sicurezza.
Come diventare biologo nutrizionista
Se il nutrizionista dunque è un generico operatore nel campo della nutrizione, in Italia non esiste ancora nessuna precisa indicazione di legge a definirlo, il biologo nutrizionista è una figura riconosciuta a livello legislativo. Come già anticipato, per intraprendere questa carriera è necessario conseguire il titolo in Biologia, con opzionale specializzazione in Scienze dell’Alimentazione. Indispensabile per esercitare l’iscrizione all’Ordine Nazionale dei Biologi, dopo aver sostenuto l’esame di Stato.
Durante il percorso formativo, il biologo nutrizionista acquisisce una solida conoscenza delle proprietà nutrienti e dei non nutrienti presenti negli alimenti, ha ben chiari i meccanismi biochimici e fisiologici della digestione e sa riconoscere gli effetti dovuti alla malnutrizione per eccesso o per difetto, è consapevole dell’influenza che gli alimenti hanno sul benessere e sulla prevenzione delle malattie, ha la capacità di sorvegliare a livello nutrizionale soggetti che si trovano in particolari condizioni fisiologiche come gravidanza, allattamento, crescita, senescenza e attività sportiva.
Di cosa si occupa e che prescrizioni può fare
Unendo insieme tutte queste conoscenze questa figura riesce a valutare i fabbisogni nutrizionali del paziente e, tenendo in considerazione gli obiettivi che intende raggiungere, elaborare una dieta o un profilo alimentare, fornendo ove necessarie indicazioni sull’utilizzo di integratori o altri prodotti dietetici. Volgendo lo sguardo sul territorio, chiunque deciderà di rivolgersi ad un biologo nutrizionista a Brescia e dintorni, potrà contare su una figura che, seduta dopo seduta, valuterà l’andamento del percorso e interverrà se serve per effettuare delle modifiche al regime alimentare dei propri pazienti. Non è tuttavia l’unico aspetto legato al mondo dell’alimentazione di cui il professionista si può occupare: nell’ambito dell’educazione e divulgazione alimentare può programmare interventi mirati o analizzare le abitudini della popolazione; ma anche agire all’interno di laboratori o aziende, dedicandosi alla preparazione, conservazione e distribuzione degli alimenti. In quest’ultimo caso può arrivare persino a suggerire procedure di sorveglianza o proporre soluzioni migliorative del processo produttivo, nonché effettuare procedure di controllo qualità.
Oltre a elaborare profili nutrizionali, può comporre e determinare anche diete per soggetti a cui è stata diagnosticata una patologia, non prima però che un medico si sia accertato delle condizioni fisio-patologiche. Può dedicarsi non solo a singoli soggetti, ma fare riflessioni a più ampio spettro, prescrivendo diete per mense aziendali, collettività e gruppi sportivi in relazione a come sono composti e alle caratteristiche di chi ne fa parte. Infine, può suggerire integratori alimentari qualora la dieta non sia sufficiente a soddisfare i bisogni energetici nutritivi. Assolutamente fuori dalle competenze di un biologo nutrizionista la possibilità di prescrivere esami diagnostici e farmaci, tantomeno fare diagnosi.
Vietato visitare online
Chi esercita questa attività professionale deve incontrare il cliente di persona in ambienti idonei secondo la normativa vigente. Niente colloqui via Internet dunque, perché è dovere del biologo nutrizionista accertarsi dell’identità della persona che gli sta chiedendo consulenza, anche per verificare che ci sia coerenza tra l’intervento richiesto e il soggetto che lo richiede, senza che subentrino utilizzi o finalità improprie. Una giusta analisi del quadro di salute è riscontrabile solo analizzando documentazioni, informandosi su abitudini alimentari ed eventuali diete in corso o pregresse, rilevando misure con sistemi e apparecchiature, strumenti e metodi affidabili e validati. Tutte azioni che non si renderebbero possibili in una seduta online, ma che richiedono espressamente la presenza fisica del soggetto, così da rispettarne la privacy e consentire l’instaurazione di un rapporto di fiducia, indispensabile sia per iniziare ma anche per proseguire il percorso, senza fraintendimenti.
Chi dovrebbe rivolgersi ad un biologo nutrizionista
Tendenzialmente arrivano a rivolgersi al biologo nutrizionista coloro che hanno bisogno di perdere peso per motivi di salute o per ragioni legate all’estetica, per sentirsi meglio con sé stessi. Oppure chi soffre di patologie strettamente correlate all’alimentazione, come anche anoressia, bulimia o altri disturbi simili. Magari anche chi ha difficoltà di digestione o disordini gastrointestinali. C’è anche chi chiede un parere professionale per imparare a mangiare meglio, affidandosi a una guida capace di indirizzarlo verso alimenti più sani. Mancanza di tempo o turni di lavoro particolari possono influire sulla gestione dei pasti: è qui che entra in gioco il biologo nutrizionista. Donne in menopausa o dopo una gravidanza che vogliono recuperare o mantenere peso forma, sportivi che desiderano incrementare le loro prestazioni, ma anche chi vorrebbe aumentare di peso, si possono recare nello studio di questa figura qualificata.