L’artista rovatese Angela Corti è una dei tre protagonisti della mostra Metamorfosi, che si terrà all’Arsenale di Iseo fino al 18 marzo. Con i lavori della poliedrica scultrice franciacortina (qui il sito ufficiale), sarà possibile osservare le opere di Renzo Bertasi e di Giuseppe William Vezzoli. L’esposizione – a ingresso gratuito – capre ufficialmente la nuova stagione espositiva iseana e sarà visitabile fino al 18 marzo. Questi gli orari: dal martedì al venerdì dalle 16 alle 18, il sabato e la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18.
LA BIOGRAFIA DI ANGELA CORTI (DAL SITO UFFICIALE)
Gli esordi di Angela Corti sono avvenuti negli anni ‘90, ancor prima di intraprendere gli studi accademici con le prime incisioni calcografiche ad acquaforte. Dall’incisione con morsura ad acido, ha sentito il bisogno del segno diretto su metallo e dell’utilizzo di una carta lavorata a mano che, una volta stampata, creasse un rilievo, un principio di scultura bidimensionale. E probabilmente è proprio il contrasto di luce tra segno diretto e rugosità del supporto cartaceo, tra bianco e nero, a favorire il passaggio alla scultura. Viene immediatamente attratta dai materiali, le forme plastiche con riferimenti espressivi, che rinviano tanto al concettuale che all’astratto informale. Ha scelto da subito la linea non figurativa, che mantiene tanto nell’incisione, quanto nella scultura.
La sua ricerca consiste nella lavorazione di blocchi di pietra, compiendo un’operazione di decostruzione-ricostruzione: li frammenta, per poi ricomporli; dando alla materia nuova forma, riunendo i pezzi, cucendo le pietre con un filo metallico che trattiene i frammenti . Talvolta alterna le pietre fratturate e ricomposte, con sculture in marmo più plastiche e prive di ferite, quasi ad innalzare il mondo divino in uno spazio eterno, lontano dalle fratture del mondo terreno. Della pietra è attratta per i suoi segni, le venature, le variazioni cromatiche, l’alternanza di superfici lisce, rugose e cristalline. Tutto ciò che si frange, pur conservando i segni della rottura, della frammentarietà, può avere nuova forma, nuova vita.
Si diploma all’Accademia di belle arti di Brera a Milano (Italia) nel 2003, dove ha appreso le tecniche pittoriche, calcografiche e scultoree con i docenti Giuseppe Maraniello, Davide Boriani, Paolo Minoli, Massimo Pellegrinetti, Andrea Del Guercio e Luce Delhove. Ha successivamente migliorato le tecniche d’incisione presso lo studio di Luigi Corsini e di scultura presso la scuola Vantini a Rezzato (Italia). Ha studiato anche lingue straniere presso l’Università Cattolica di Brescia .