Il processo di primo grado in sede civile, dopo tre anni, si è concluso. Il capogruppo del Pd rovatese Angelo Bergomi, secondo quanto stabilito dai giudici, è stato diffamato da alcune pagine pubblicitarie sotto forma di articolo pubblicate – nel febbraio 2014 – su un giornale locale piuttosto letto a Rovato, Chiari e limitrofi.
Gli articoli in questione – riferisce lo stesso Bergomi in una nota – “contenevano pesanti allusioni a mie presunte inadempienze amministrative nella gestione della discarica rovatese ex-Rovedil, all’epoca del mio impegno come assessore nel Comune di Rovato”. Oltre a bollare l’allora assessore “con epiteti irriguardosi e volgari”.
“Il provvedimento ha quindi accertato la falsità delle accuse a me rivolte e la rozzezza delle critiche”, afferma Bergomi che nella causa è stato assistito dall’avvocato Michela Pinelli.
I giudici – scrive ancora Bergomi – hanno “condannato il direttore responsabile e l’editore del giornale a risarcirmi per i danni causati al mio onore, alla mia reputazione e alla mia dignità personale, nonché i danni morali, derivanti dalla divulgazione dei suddetti articoli diffamatori, per una cifra complessiva di circa 8.000€ comprensivi di spese legali e riparazione pecuniaria”.
Per quanto riguarda i nomi dei committenti, Bergomi spiega che “All’epoca, nonostante mie richieste scritte, non mi vennero forniti i nominativi degli acquirenti/autori delle suddette pagine”. Ma sottolinea che “nel corso della causa civile sono emersi anche i nominativi degli acquirenti delle suddette pagine che sono quindi oggi a me noti”.
” Per il momento giustizia è stata fatta”, conclude Bergomi, “Questi sono stati per me anni difficili: ho condotto questa battaglia legale anche per affermare il principio che con la reputazione delle persone non si scherza. Chi decide di farlo è giusto che ne paghi le conseguenze”.