Il clima dello scontro politico, a Rovato, sta assumendo toni e livelli mai raggiunti prima nella storia del paese. Nemmeno durante gli anni turbolenti delle amministrazioni guidata dal sindaco-sceritto Roberto Manenti. Se anche all’epoca, infatti, lo scontro era duro soprattutto con le minoranze, mai nel paese si erano conosciuti toni così violenti nel dibattito pubblico anche all’interno della stessa maggioranza.
Una guerra combattuta a colpi di querele, controquerele, volantini anonimi, imboscate durante le delibere, dichiarazioni pubbliche al veleno, rimescolamenti di maggioranza, carte bollate (che potrebbero chiamare in causa anche la prefettura), stati di Facebook che promettono vendette e scritte anonime contro i muri.
Nelle scorse ore, infatti, di fronte all’ufficio del primo cittadino Tiziano Belotti è comparso un nuovo avvertimento. “La fenice risorgerà dalle sue ceneri e libererà il popolo dalla vostra peste”, si legge. E la mano pare la stessa che poche settimane prima, sempre con bomboletta nera, aveva scritto: “Dimettiti: Rovato non avrà più un sindaco, ma avrà di nuovo la propria dignità” (con una “f” a firma in calce, accompagnata a un logo che forse rimanda a qualche sigla politica estremista). Un messaggio dai toni deliranti, quasi mafiosi. Che impone di trovare l’autore in tempi brevi per avere spiegazioni.