L’ex assessore regionale alla Casa Domenico Zambetti (Udc) è stato condannato a 13 anni di cercare perché avrebbe pagato duecentomila euro per un pacchetto di quattromila voti alle elezioni regionali del 2010. Voti comprati, per giunta dalla ndrangheta. Così almeno hanno stabilità i giudici nel primo grado.
Ma Zambetti è stato anche presidente della commissione regionale Ambiente. E il capogruppo Pd Angelo Bergomi, con una nota pubblicata sul suo sito, ricorda come gli ambientalisti rovatesi avessero avuto modo di scontrarsi con lui più di dieci anni fa, in occasione dell’approvazione del Piano cave…
“Del signor Zambetti abbiamo un ricordo nitidissimo nel bresciano. – scrive Bergomi – Era il 2004, (…) Zambetti era al tempo Presidente della Commissione (…) che aveva il compito di vagliare la proposta della Provincia prima del passaggio in aula del Piano. Le proteste delle amministrazioni comunali locali, del mondo ambientalista e delle comunità per un piano abnorme nei quantitativi provocò una serie di audizioni e i successivi passaggi in commissione. Ricordo come fosse oggi una seduta della commissione sesta ove almeno 50 persone provenienti da tutta la provincia (compresa una delegazione rovatese da me promossa) assistette al tentativo di Zambetti di non farci presenziare ai lavori. Troppo imbarazzante che dei semplici cittadini vedessero come veniva affrontata la discussione sull’individuazione di cave devastanti sul loro territorio? Alla fine dovette cedere lui: sotto i nostri occhi si manifestò il penoso spettacolo di consiglieri regionali di centrodestra (compresi alcuni bresciani!) che non sapevano dove fossero collocati i bacini su cui essi stavano decidendo. E le sedute successive della commissione furono anche peggio”.
“Alla luce delle notizie di cronaca giudiziaria di oggi la mente di tutti noi che, all’epoca, consumammo le ferie del lavoro per evidenziare il dissenso delle nostre comunità”, continua Bergomi, “è andata a quei giorni e a quegli amici che erano con noi in quella battaglia e oggi non ci sono più. E a quegli anni di gestione politica della Regione Lombardia che le nostre comunità hanno provato sulla loro pelle”.