Il record si è avuto al seggio 10 (a Sant’Andrea il no è arrivato al 65%) e al 13 (sempre in frazione). Ma a Rovato il No ha vinto in maniera chiara ovunque. Complessivamente ha votato contro la riforma promossa dal governo Renzi il 60,22 per cento dei rovatesi: un dato leggermente superiore alla media provinciale (58,21) e nazionale (59,11).
Rovato, inoltre, tra i Comuni sopra i 15mila abitanti si conferma uno dei più netti per il no. Se si esclude la città (dove lo scarto è stato minimo: qui il no è arrivato al 51,58%), infatti, la classifica vede il Comune guidato da Tiziano Belotti al terzo posto dopo Montichiari (63,16%) e Ghedi (62,82) e Rovato (60,22%), ma prima di Palazzolo (59,85), Lonato (58,85), Darfo (57,59), Lumezzane (57,37), Chiari (57,17), Gussago (54,97) e Desenzano (54,77). Ma significativamente in città il sì ha recuperato fino al 48,42 per cento (contro il 51,58%).
“Tanti saluti e figli maschi….”, ha commentato su Facebook il sindaco Tiziano Belotti, postando i dati degli altri Comuni.
Ricordiamo che con il no erano schierate le forze del centrodestra rovatese, il Movimento 5 Stelle e la sinistra extra Pd (a partire dal centro sociale). Mentre per il Sì, oltre al Pd (compresa la sinistra interna, che nel nostro Comune ha votato con Renzi su impulso convinto di Bergomi), erano collocate solo alcune civiche.