Tutto pronto all’Istituto Lorenzo Gigli di Rovato per il primo appuntamento di quest’anno con gli Open day, Sabato 19 Novembre, dalle 15.00 alle 18.00. Una grande festa, dove, come sottolinea la Dirigente Monica Franca Gozzini Turelli, “tutti noi del Gigli apriamo le porte ad un “banchetto” fatto di tutte le cose buone che possiamo offrire: tutti i nostri corsi di studio, la didattica multimediale e quella laboratoriale, la Biblioteca, centro propulsore di tanti progetti, le attività del coro, del giornalino, i gemellaggi con altre scuole non italiane….”. I protagonisti saranno gli studenti in ingresso e gli studenti del Gigli che avranno l’occasione di offrire il loro Know e Know how e soprattutto la loro gioia di essere nel mondo e con il mondo anche attraverso la scuola. Perché al Gigli l’imperativo è formare il cittadino che metta a disposizione il suo sapere e soprattutto il suo saper fare per la collettività. “Perché la scuola è di tutti e accanto all’accoglienza, all’ascolto dell’altro, vogliamo sviluppare e potenziare la capacità e la propensione all’aiuto, alla condivisione, al mettersi a disposizione e al saper prendersi cura di”. Il motto del Gigli è l’INCLUSIVITÀ a 360°: l’idea che è sottesa a qualsiasi attività, curriculare ed extracurriculare, è di occuparsi in maniera efficace ed efficiente di tutti i nostri studenti: nella nostra scuola ci impegniamo ad accorgerci in tempo delle condizioni di rischio e di tutte le difficoltà, anche di quelle meno evidenti, in tutti gli alunni e proponendoci di rispondere in modo inclusivo alle difficoltà, attivando tutte le risorse “normali” e “speciali” dell’intera comunità scolastica e non. Nella pratica quotidiana l’ascolto e la collaborazione reciproca fra tutte le figure coinvolte nella prassi inclusiva diventano l’asse portante concreto e operativo dell’intero processo educativo. INCLUDERE AL GIGLI non significa mettere in campo attività e progetti esclusivi per i ragazzi diversamente abili, INCLUDERE PER NOI significa attivarci in concerto affinché tutti i nostri studenti,
possano avere la possibilità di partecipare attivamente alla vita della comunità scolastica in tutte le sue sfaccettature. Perché Noi del Gigli puntiamo a:
Giovani
Ispirati
Gioiosi
Lavoratori
Istruiti
La scuola si impegna a raggiungere questi obiettivi attraverso il SAPERE, il SAPER FARE e il SAPER ESSERE. “La nostra mission è la formazione del cittadino eticamente fondato”- prosegue ancora la Turelli-“ ed in questa direzione lavoriamo con impegno, passione, professionalità e gioia, all’IPSIA”( corsi quinquennali Manutenzione e assistenza tecnica/Manutenzione apparati e impianti industriali e civili/Mezzi di trasporto e corsi triennali Iefp operatore elettrico, meccanico e dei veicoli a motore) e al Liceo (Economico-Sociale, Scientifico, Linguistico, delle Scienze Umane).
Dopo l’appuntamento di Sabato la scuola resterà aperta per il secondo Open Day nel pomeriggio di Venerdì 16 dicembre 2016 dalle 18:00 alle 20:00. Inoltre sarà possibile anche quest’anno partecipare alle giornate di mini stage al Gigli nelle seguenti giornate: Sabato 3dicembre 2016, Sabato 17 Dicembre, Sabato 14 gennaio, sempre dalle 8.30 alle 12.30. (Sul sito www.istitutogiglirovato.gov.it tutte le informazioni). Nel “Progetto orientamento” spicca anche l’attività di orientamento in uscita, che, come per quello in entrata, vede l’organizzazione e la supervisione della Referente all’Orientamento, professoressa Miriam Bersini. Quest’anno, in collaborazione con Informagiovani, il nostro Istituto ha organizzato una serie di incontri, con lo scopo di fornire agli studenti informazioni utili ad avvicinarsi al mondo del lavoro. Tra i temi degli incontri ci sarà, tra gli altri, la preparazione di un curriculum vitae, le modalità di accesso al mercato del lavoro e le analisi delle offerte di lavoro, le diverse tipologie di contratti di assunzione e il lavoro interinale, gli adempimenti necessari e le cose da sapere per iniziare un’attività di lavoro autonomo.
Nel pomeriggio di Sabato numerosi, accanto agli studenti, gli insegnanti coinvolti, sia dell’Ipsia che del Liceo. Ad affiancarli ci saranno, oltre alla Dirigente, i collaboratori vicari Prof. Antonio Niglia e Alberto Mangiarini. Il Gigli è una “Scuola arcobaleno”, “da anni lavora incessantemente per stabilire relazioni, condividere e imparare dall’altro, favorire il dialogo, promuovere l’accoglienza; alla base delle nostre azioni poniamo l’esperienza della diversità come occasione per arricchirci”.
In un momento di profonde trasformazioni del sistema scolastico italiano, inoltre, ci preme riportare l’intervento di due insegnanti del Liceo Scientifico circa “L’insegnamento della lingua latina nel liceo della riforma”
Chi ha paura del Latino? Perché partire da un interrogativo di questo tipo? “Perché ogni volta che in occasione dell’orientamento per la terze medie spieghiamo i curriculum liceali a ragazzi e genitori, veniamo apostrofate con numerose richieste di chiarimento sull’utilità e sulla difficoltà della lingua latina. E’ ora di sfatare la mala informazione che tuttora perseguita l’iscrizione a determinati percorsi liceali e allo Scientifico in primis.
La Riforma dei Licei nel 2010 ha ridefinito materie di insegnamento, monte ore, finalità, obiettivi e contenuti. Lo studio della Lingua e della cultura latina, insegnamento di indirizzo nel Liceo Classico, è previsto nel curriculum del Liceo Scientifico, del Liceo delle Scienze Umane e del Liceo Linguistico. E’ una Riforma che dà spazio alle ore in laboratorio, all’Informatica, agli stage e, quindi, viene naturale chiedersi “A che serve il Latino?” nell’era digitale e, soprattutto ai nativi digitali? Ha ancora senso che i ragazzi di oggi, come i loro genitori e i loro nonni, trascorrano ore ad imparare rosa,rosae, paradigmi verbali, a capire consecutio temporum e oratio obliqua, ma soprattutto a decifrare passi di Cicerone, Livio, Tacito espressi in una lingua morta? Sì, ha senso soprattutto se l’insegnamento mira a far comprendere che, lungi dall’essere una lingua morta, il latino è vitale non solo nelle parole italiane della quotidianità, ma ha conquistato e tuttora conquista il mondo anche attraverso l’inglese. Bastano pochi esempi, e proprio nel mondo dell’informatica, e l’attenzione dei ragazzi è subito catturata: informatica deriva dal francese information automatique a sua volta mediati dal latino informare nel senso di “dar forma”, “plasmare” e dal greco automatismos che significa “azione spontanea”; computer è dal verbo latino computare con il significato di “contare, calcolare”; “connettersi “ parte certo dall’inglese to connect che, però, risale al latino connectere “congiungere, intrecciare”. Da qui ad insegnare ai giovani studenti che riflettere sui meccanismi linguistici, sul significato etimologico delle parole significa avere in mano la chiave d’accesso al sapere il passo è breve: la lingua è lo strumento principe della comunicazione orale, scritta e digitale, possederla correttamente significa fare di ogni forma di comunicazione un ponte che rende possibile “mettere in comune” con l’altro la propria esperienza, le proprie idee per una reale condivisione.
Un altro passo brevissimo porta gli studenti a comprendere che in lingua latina si è espressa la classicità romana che, alimentata dalla cultura greca e sviluppatasi poi nei secoli con l’apporto di altre forme di pensiero quali quello cristiano e arabo, è il fondamento delle moderne democrazie europee in cui identifichiamo un modello politico che garantisce i valori intramontabili della libertà, della giustizia e della pace.
Per questo si possono ancora studiare declinazioni, verbi, casi e cimentarsi nel decifrare gli scritti.
Ed ora l’altro quesito: è veramente così difficile e impegnativo lo studio del latino? Certo, ma come tutte le altre discipline in un percorso liceale. Come la matematica, la fisica, la lingua inglese… ci vogliono metodo e costanza. Le tre ore settimanali della Riforma del 2010 hanno preteso una semplificazione della grammatica a favore di un approccio culturale fondato sul confronto tra le lingue più che sul processo di traduzione. Nessuna paura del latino, quindi, ma solo il piacere di sentirsi parte della nostra storia.