Rovato.it aveva pubblicato la notizia qualche settimana fa. Ora, con una nota pubblicata su Facebook, il Comune ha deciso di divulgare le ragioni alla base della decisione di vietare l’ingresso con il volto coperto in scuole ed edifici pubblici.
ECCO IL TESTO DIFFUSO DAL COMUNE
Attualmente l’ordine pubblico trova una puntuale disciplina con la legge 22 maggio 1975, n. 152, recante “Disposizioni a tutela dell’ordine pubblico”. All’articolo 5, si dispone che “È vietato l’uso di caschi protettivi, o di qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo.
In buona sostanza la legge proibisce di accedere e circolare in luoghi pubblici con il viso coperto. L’attuale momento storico contrassegnato da gravissimi atti di violenza e di terrorismo internazionale richiede sempre più la necessità di tutelare l’ordine e la sicurezza non solo nelle grandi città, ma anche nei nostri territori, attraverso misure atte a facilitare ed a rendere più agevole il riconoscimento delle persone nella fase della identificazione della stesse.
Per questi motivi l’Amministrazione comunale rovatese, sollecitata anche da diversi cittadini, ha disposto l’affissione all’ingresso di tutti gli edifici pubblici di cartelli che, in ossequio alla legge nazionale del 1975, ricordano a tutti gli utenti che l’ingresso ai luoghi pubblici è vietato alle persone con il volto coperto.
Ne consegue dunque, senza alcuna velleità strumentale, il divieto (peraltro limitato alla sola ipotesi in cui l’individuo compaia in luogo pubblico o aperto al pubblico) di mettere in atto qualsiasi azione atta a dissimulare la propria persona nei suoi caratteri esteriori percepibili, ovvero occultando i dati somatici del viso con caschi, sciarpe, veli od altro ancora.
La solita pezza peggio del buco. Adesso corrono ai ripari a dire che l’affissione non è strumentale. Appena affissi però la Lega Nord ha pubblicato un comunicato stampa nel senso esattamente opposto.