di Tiziano Belotti* – Un sindaco, se è un bravo sindaco, deve avere un unico obiettivo in testa. Alla fine del mandato deve lasciare la sua città migliore di quando gli è stata affidata.
Ergo, deve essere bravo quel tanto da soddisfare almeno alcune delle necessità dei suoi cittadini, dando delle risposte che siano la sintesi delle esigenze che si sono manifestate nel tempo.
Oppure deve essere così lungimirante da prevedere il manifestarsi delle esigenze future, dando delle risposte prima che il cittadino gliele chieda, e che torneranno utili o molto utili, ma soltanto nel prossimo futuro, e che magari risultano pure scomode.
Qui in realtà sta proprio la differenza tra il brutto politico di paese, che è attento principalmente ad assecondare la maggioranza che lo ha eletto o che lo potrà potenzialmente rieleggere, e l’amministratore disinteressato, che ha il coraggio di prendere decisioni anche se impopolari e controcorrente.
Perché un sindaco deve sempre avere la forza di prendere una decisione, anche se a volte è difficile e complicato avere un quadro chiaro e completo di certe situazioni. Ma proprio perché eletto a rappresentanza (pro tempore naturalmente…), risulta delegato dai suoi cittadini e perciò obbligato a prendere posizione, anche quando costa caro schierarsi e le responsabilità sono enormi.
L’elezione non è un assegno in bianco, sia chiaro, ma è un mandato preciso stabilito dal nostro sistema democratico; che intorno ci ha costruito un vasto apparato legislativo e burocratico di controllo, un Consiglio comunale, una Giunta e perciò tutta una serie di strumenti per confrontarsi, ragionare delle cose, e poter maturare una decisione.
Ecco perché rifuggo e rifuggerò sempre dalle cosiddette consultazioni popolari costruite ad hoc e dai mielosi referendum del quartierino. Un sindaco è tale perché si assume le proprie responsabilità nelle decisioni amministrative, e non può nascondersi dietro la foglia di fico della decisione popolare, magari costruita ad arte e confezionata appositamente per lavarsene le mani.
Un sindaco, coi suoi consiglieri, coi suoi assessori, con i suoi dirigenti è tenuto per definizione a decidere, magari pure sbagliando. Ma se non è in grado di decidere, non è in grado di fare il sindaco.
Il medesimo ragionamento, badate bene, vale pure per ogni cittadino. Quando vi sono le elezioni dei rappresentanti dei cittadini, ognuno di noi è tenuto a prendere una decisione e a tradurla con un segno sulla scheda elettorale.
Se non lo si fa, si rinuncia ad un diritto per il quale molti dei nostri nonni ed i padri dei nostri nonni sono morti in guerra. E che sta alla base di ogni civile convivenza democratica. L’elezione dei nostri rappresentanti, in Comune, in Regione, in Parlamento è un diritto che noi abbiamo avuto gratis, ma che è costato carissimo a chi ci ha preceduto. E quelle guerre sanguinose che ci hanno permesso di essere un paese sovrano e libero, sono state combattute l’altro ieri, mica mille anni fa.
Abbiamo la straordinaria opportunità di scegliere da chi farci rappresentare, a tutti i livelli, e poi non ci rechiamo alle urne e lasciamo decidere agli altri.
Lasciamo decidere agli altri il destino ed il futuro di noi stessi e dei nostri figli, scialacquando una delle più preziose opportunità del nostro mondo occidentale.Non mi si fraintenda perdio.
Le recentissime elezioni amministrative hanno prodotto comunque alcuni meravigliosi segnali di cambiamento, impensabili sono qualche mese fa. E quindi significa che il nostro sistema democratico, pur bistrattato e trascurato, funziona, e funziona ancora bene. Certo dispiace che un numero importante di cittadini si sia rifiutato d’esprimersi e quindi si sia di fatto sottratto alle proprie responsabilità.
Proprio come quei sindaci di cui si parlava sopra.
- Sindaco di Rovato
Ecco, comincia allora. E’ da un anno che sei sindaco e hai prodotto solo disastri.
http://www.rovato.it/index.php/2016/07/19/certificato-gli-stranieri-aumentato-del-600-cento-giudice-condanna-rovato-pontoglio/
Ok, paga le spese processuali.
Aggiungiamo quello sul certificato di idoneità. Paga lei e i suoi assessori i soldi a cui il Tribunale di Brescia ha condannato il Comune di Rovato per la vostra scelta scellerata?