Con un post su Facebook il segretario Pd Emiliano Andreoli attacca il primo cittadinp Tiziano Belotti accusandolo di aver raccontato “favole” nel suo intervento pubblicato sul notiziario comunale il Leone.
IL PAESE DELLE FAVOLE
Leggo oggi l’editoriale del nostro primo cittadino, pubblicato su Il Leone.
Eh sì, i soldi son pochini… chi invece li aveva (e il messaggio alla giunta Cottinelli è chiaro) li ha, guarda caso spesi male.
“Al posto di costruire la nuova biblioteca (da tutti invidiata, oltre al fatto che la vecchia cadeva a pezzi) si poteva costruire una scuola!!!”
Fermiamoci qui, e facciamo un passo indietro.
Il comune di Chiari, insieme ad altre amministrazioni ha vinto un bando Europeo per l’istruzione da MILIONI, sì signori, dico MILIONI di euro.
Non perché siano più belli, i più fortunati, gli aventi diritto o semplicemente Clarensi ma bensì perché, all’interno della loro amministrazione ci sono persone CAPACI, in grado di seguire, e non farsi sfuggire qualsiasi minima possibilità di finanziamento pubblico… sia esso regionale, nazionale o europeo.
Grazie a questo finanziamento europeo Chiari potrà costruire, senza spese aggiuntive un nuovo polo scolastico.
Torniamo alla nostra mesta amministrazione.
Visto che l’assessorato alla pubblica istruzione tutt’ora eletto è lo stesso della giunta Martinelli, perché il nostro Sindaco non ci racconta quante DECINE E DECINE DI MIGLIAIA DI EURO sono.stati persi in questi anni in bandi passati come treni in corsa… e chiaramente persi per il semplice fatto di non aver avuto persone competenti e capaci a riconoscere ed afferrare al volo queste opportunità?
Questo il primo quesito.
Secondo. Si ricorda il nostro Sindaco come funzionavano allora realtà come Cogeme e Casa di Riposo negli anni della.giunta.Cottinelli? Ha forse bisogno dei bilanci?
Terzo. Piangendo continuamente a causa delle scarse risorse… è davvero il caso di usare i pochi spiccioli (si fa per dire) per costruire il ponte levatoio?
Come dice lui però non bisogna piangersi addosso… peccato l’abbia ripetuto tre volte in venti righe di editoriale.
Mah, evidentemente è una questione di priorità e punti di vista…
Io, personalmente tengo ben stretti i miei.