Sono iniziati nei giorni scorsi i lavori per il nuovo polo dello shopping da 6000 metri quadrati che sorgerà a Rovato. Un maxicentro – collocato lungo la ex Statale 11, in via XXV aprile – che ospiterà un supermercato Lidl (da 2.500 metri quadrati) e altri sei negozi. I lavori dovrebbero essere conclusi entro settembre. Il nuovo centro darà lavoro ad almeno una ventina di persone.
Il progetto porterà nelle casse del comune un valore di quasi due milioni di euro: 350mila euro di oneri di urbanizzazione e un milione e mezzo di opere di urbanizzazione (tra cui la nuova rotatoria per l’accesso al supermercato e le rifiniture per completare la caserma della Finanza).
Il gruppo tedesco della Lidl, fondato nel 1930, a oggi è il quarto al mondo nell’ambito della grande distribuzione: occupa più di 170mila dipendenti, ha un fatturato di 60 miliardi di euro.
Vorrei chiedere all’amministrazione di questo sito quale sindaco dobbiamo ringraziare per l’ennesimo centro commertciale a Rovato. Chi mi aiuta?
Vorrei capire che senso ha avere un altro polo commerciale con quelli che Rovato già ha. Un terreno sprecato nel vero senso della parola!
Ma pare che non sia solo Rovato a fare queste scelte inopportune: vedi Palazzolo: vicino al centro commerciale Europa e al centro italmark ne nascerà un altro! Bah..Veramente schifata da questo inutile consumo di suolo!
Già!
tino942@live.com
Ciao a Tutti i Rovatesi.
Argomento sempre attuale e necessario di approfondimento.
Porsi a voler capire il perché di un altro nuovo insediamento commerciale di grande dimensione si deve rivedere la Storia del commercio sin dagli anni ’68/70.
A Rovato nacque il primo cash-an-cherry, commercio all’ingrosso, dove vi potevano accedere solo i commercianti.<sito dove aggi vi è il Iper Simply. Ebbene, per piccoli commercianti sembrava una buona iniziativa in quanto in uno spazio commerciale unico si potevano rifornire di tutti gli articoli a loro necessari.
Nel 77/78 questi (titolare del sito commerciale era il Sig. Colosio) decise di trasformarlo in negozio per vendita al dettaglio chiedendo al Consiglio Comunale il rilascio della Tabella 8 . <al tempo la distribuzione commerciale era suddivisa in tabelle e la "8"le raggruppava tutte Food e non Food, per ciò permetteva la vendita
di tutti gli articoli. Ecco il primo supermercato a Rovato. Il Consiglio Comunale si divise in favorevoli e non favorevoli.( si vedano i verbali di quelle sedute in Consiglio Comunale). Naturalmente ne nacque una accesa e approfondita discussione. A Rovato nel '77/78- Il Consiglio Comunale, dove il Sindaco che era il caro amico, , anche se eravamo di opposte idee politiche,Gianni Castelvedere, si intraprese la via di formare delle Commissioni Consigliare suddivise in branchie di lavoro con la presenza di un Consigliere Comunale di ogni partito presente in Consiglio. Lo scopo era quello di formare il . Questo contribuì a conoscere la capacità di media spesa di ogni Famiglia e far si di concedere Licenze Commerciali basate su metrature contingentate dalla commissione stessa di riferimento a tutte le sette Tabelle che dividevano gli articoli commerciali.
Da ricordare che anche se il Consiglio non avrebbe concesso l’autorizzazione al tempo, il Colosio si sarebbe potuto rivolgere al Consiglio Regionale che a questi argomenti era una porta aperta. E nacque il primo Supermercato a Rovato chiamato “ColmarK” Poi vennero venne il tempo de “Le Porte Franche”, in quel tempo questi insediamenti, nella loro libertà erano sostenuti da una regola-legge chiamata “per lo sviluppo al commercio”. Voleva dire ciò che vedete ancora oggi in quel sito. Concentramento di negozi rispondenti a tutte le necessità giornaliere di una famiglia o singolo cittadino.(ecco come inizia la crisi dei piccoli negozi commerciali). La vendita degli spazzi commerciali venivano offerta a nuovi acquirenti con la garanzia che il quel sito vi sarebbero passare migliaia e migliaia di persone al giorno. Cosa che si verificò in quanto quei siti per la massa cittadina divenne il luogo da passare il pomeriggio delle domeniche. Deviando vecchie abitudini. Successivamente per gli alti costi di gestione consortile si insediarono le “firme”. Cioè a dire che queste organizzazioni commerciali ,associate, garantivano l’apertura di innumerevoli Centri Commerciali. Nel piccolo commercio si salvarono quei negozianti che seppero difendersi esibendo “qualità” dei prodotti distribuiti. Il resto sparì. Ora l’apertura di un nuovo insediamento commerciale non deve sorprendere, anche se nei confronti dalla L’idel è doveroso fare un serio ragionamento. 1°-Non è un Centro commerciale.2° Apre solo Magazzini dediti alla vendita di prodotti, lo fa a mio parere per la maggior parte con buoni prodotti e a prezzo giusto.(Non è il negozio dei poveri).
Qui necessita fare una riflessione e analisi seria su come si è scelto di fare commercio in precedenza, dove la concessione di Licenza era un fiore all’occhiello per certe Amministrazioni locali, ritenendo che a far ciò si stimolava la Facendo un esempio : Se a Rovato vi sono capacità di spesa famigliare di ….. 50.000.000 €. (cifrà messa a caso) e a dare risposta alle necessità ci devono essere 100 negozi, cioè che riescano a sopportare le spese di gestione >che non le mangia mai il lupo> se a suddividere i 50.000.000. vi sono 300 negozi, si potrà ben calcolare che il costi di gestione saranno sempre quelli, i prezzi dei prodotti dovranno essere o b l i g a t o r i a m e n t e aumentati. Di conseguenza Le capacità di spesa delle Famiglie diminuiscono. Potrebbe risultare chiaro che le politiche al sono state un danno per la società e il cittadino. Oggi,
per come la società si è strutturata, diventa ben difficile recuperare dai disastri fatti con tali politiche. Però con buona volontà, avendo voglia di leggere la Storia, osservarla, si potrebbe, a mio parere, trovare strade e scelto che si avvicinano alla coerenza oggi più che mai necessaria.
Mi scuso del disturbo. Tino