Nato a Rovato nel 1855 e qui morto nel 1905. Di umili origini e con gravi problemi fisici, rivelò presto capacità non comuni nel disegno e nella scultura. “Il suo primo pennello fu il pennino della scuola ed il carbone; il primo materiale che modellò fu il fango della strada e la tavolozza fu il marciapiede”, scrive monsignor Luigi Zenucchini. Grazie a un contributo dei Comune, potè frequentare l’Accademia Carrara a Bergamo e poi Brera a Milano. Distintosi a Brera, vinse poi il “Legato Brozzoni” ed apri uno studio a Milano. Le notizie che si hanno di quel periodo sono poche. Alcuni documenti e lettere conservati negli archivi del Comune testimoniano che mai perse contatti col suo paese, e che qualche opera gli fu commissionata dalla Chiesa e dal Comune. Verso la fine del 1900 torna a Rovato, e continua qui la sua attività seppure tra mille difficoltà, fino alla tragica morte nel novembre 1905. I suoi gessi rivelano un’adesione a modelli estetici che risentono dell’influenza poetica della Scapigliatura prima e del Liberty.