Fu medico, scrittore, storico e insegnante. Carlo Cocchetti nasce a Rovato nel 1817. Fin da giovane si dedica alle lettere e alla storia, pubblicando nel 1842 il libro “Primo tributo alla patria: studi storici e rimembranze” a cui farà seguito, nel 1847, la tragedia il “Manfredi”. Uomo profondamente impegnato nella vita politica e acceso sostenitore dell’unità nazionale, Cocchetti, nel 1850, viene nominato socio d’onore dell’Ateneo di Brescia e nel 1857 “Socio dell’ Imperiale e Reale Ateneo di Firenze”.Fin dal 1852 collabora con la rivista “il Crepuscolo” e nel 58-59 è fra i fondatori del settimanale “l’Alba” e del quotidiano “La Sentinella bresciana”, che lo portarono all’apice della propria notorietà. E’ anche utore di “Brescia e la sua Provincia”, comparsa nel 1858 nella “Grande illustrazione del Lombardo-Veneto” curata dal suo amico Cesare Cantù. Nel 1860 il Cocchetti viene nominato direttore della Scuola Normale (l’attuale Istituto Magistrale Veronica Gambara) , di cui viene ritenuto il fondatore, dedicandosi da allora quasi esclusivamente a studi di indole educativa o scolastica. Collaborò a parecchie riviste fra cui “Letture di famiglia” e “Archivio Storico” che gli valsero la nomina della Regia Deputazione di Storia Patria per le Antiche Provincie e la Lombardia. Prese parte alla polemica sollevata dal Manzoni sull’unità della lingua, pubblicò un discorso sull’influenza educatrice della donna e poesie politiche. Nel 1865 diviene presidente dell’Istituto Filodrammatico. Inchiodato da anni su una poltrona per una paralisi, Cocchetti muore a Brescia nel 1888 dopo aver dato alle stampe circa una trentina di opere.