Nel 1685 La Repubblica di Venezia concesse la costituzione di un archivio notarile a Rovato. Personaggio di rilievo fu, in quel secolo, Leonardo Cozzando (1620-1702), professore di filosofia a Verona e Vicenza, che scrisse un volume sulla filosofia greca e una “Libreria bresciana”, stesa nel convento dell’Annunciata, dove trascorse i suoi ultimi anni. Durante la guerra di successione spagnola (primi del ‘700) Venezia, neutrale, concesse agli eserciti stranieri di attraversare il suo territorio. Il principe Eugenio di Savoia, che comandava gli imperiali (e batté i francesi presso Chiari) sostò a Rovato e, salito al Monte Orfano, lo definì “il più bel punto di vista che abbia l’Italia”. Significativa fu nell’800 la presenza a Rovato dell’architetto Rodolfo Vantini, amico del prevosto Carlo Angeloni. Si batté con successo perché la ferrovia Chiari-Brescia passasse per il paese (e non, come da un primo progetto, per Travagliato), disegnò il portico della piazza centrale ed eseguì altri lavori nella zona. Durante il Risorgimento, Rovato partecipò all’insurrezione antiaustriaca di Brescia del marzo 1848 (raccolse e curò i feriti); l’anno dopo le truppe austriache, dirette a Brescia per reprimere le famose Dieci giornate, passarono per il nostro comune. Nell’aprile 1862 fu Garibaldi in persona a inaugurare la Società del tiro a segno. Iniziarono anni di sviluppo e progresso: nel 1877 fu inaugurata la ferrovia per Coccaglio e nel 1897 la tramvia Chiari-Rovato-Iseo.